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Vista di Cetona - Balestrieri
Ritratto di Gentiluomo - Caravaggio
Madonna col Bambino e i Santi - Sodoma
L'Annunciazione - Beccafumi

Arte: le opere da non perdere

Le opere d'arte che non ti aspetti di trovare in Valdichiana

Cinque opere da non perdere in Valdichiana Senese. 
 

Sarteano

L’Annunciazione di Domenico Beccafumi

Domenico Beccafumi (1486 - 1551), pittore e scultore italiano, è tra i più importanti fondatori del “Manierismo” e artista di grande influenza della scuola senese insieme a Sodoma. All’interno della chiesa sconsacrata di San Martino, edificata nel 1844 e oggi Sala d’Arte Domenico Beccafumi, si trova il più grande capolavoro dell’omonimo artista: L’Annunciazione(1545-46). La sala ospita anche due opere di Jacopo di Mino del Pellicciaio, due tavole di Girolamo del Pacchia (da San Lorenzo) del 1514 circa, una Madonna col Bambino in terracotta di artista senese degli inizi del sec. XV e un piccolo crocifisso ligneo per la devozione privata riferito ad Antonio da Sangallo. Tra le opere più tarde sono esposte una bella tela di cultura manierista del fiorentino Niccolò Betti, le grandi pale d’altare con la Visitazione di Matteo Rosselli (prima metà sec. XVII) e con la Madonna in gloria col Bambino e i Santi di Vincenzo Rustici (inizi del sec. XVII).
 

Montepulciano

Ritratto di Gentiluomo attribuito a Caravaggio

Un Caravaggio al Museo Civico-Pinacoteca Crociani di Montepulciano? Ebbene sì. Il Ritratto di Gentiluomo, in passato ritenuto opera di un ignoto pittore romano, potrebbe invece portare l’autografo del grande artista lombardo. La tela non è grande, ma ben fatta. Sul fondo scuro si irradia lievemente il busto di un giovane poco più che trentenne, robusto, dal volto pieno, col pizzetto e i baffi all’insù. Guarda di lato, vestito di scuro, con il colletto ricamato dei gentiluomini. Chi lo osserva con attenzione, nota delle somiglianze effettive con Scipione Caffarelli Borghese, nipote di Paolo V e ritratto qui prima della nomina a cardinale. Il gentiluomo di Montepulciano, ossia Scipione, ha quella espressione ironica e gentile allo stesso tempo che lo contrassegnava, ed emerge con quel taglio in diagonale della luce tipico del Maestro. La pinacoteca racchiude inoltre opere dei Della Robbia, di Signorelli, Sodoma, Carracci, Sano di Pietro.
 

Cetona

I quadri dell’artista cetonese Lionello Balestrieri

Più che una sola opera d’arte, è una vera e propria collezione quella conservata al primo piano de Palazzo Comunale di Cetona in via Roma, 41. I quadri esposti appartengono all’artista Lionello Balestrieri, nato a Cetona il 12 settembre 1872, che nel 1900 vinse la medaglia d’oro all’Esposizione Universale di Parigi. Balestrieri, sin da giovane, accolse con entusiasmo il compito di “studiar nella vita le passioni, la poesia dell’amore”. Tra le opere esposte a Cetona un Autoritratto (1910 – 1914), La morte degli amanti incatenati nell’abisso marino (1916 – 1920) e Cesare Battisti condotto all’impiccagione (1920).
 

Sinalunga

Le opere sacre del Sodoma

A Sinalunga è possibile ammirare alcune opere del celebre pittore Giovanni Antonio Bazzi, o de' Bazzi, detto il Sodoma (1477 – 1549). La figura artistica del Sodoma costituisce una sorta di ponte tra tardo rinascimento e manierismo; a Siena in particolare la sua importanza fu notevole nell'imprimere le linee generali al successivo manierismo senese. All’interno della collegiata di San Martino in Piazza Garibaldi a Sinalunga, è conservata una Madonna col Bambino e i Santi del Sodoma; mentre presso la piccola cappella di San Michele, in località La Fratta, sulla parete presbiteriale, si trovano 3 affreschi eseguiti dall’artista verso il 1530.
 

Torrita di Siena 

Il Sangue del Redentore anche conosciuta come la "Lunetta di Donatello"

Il Redentore che risorge in mezzo ad una gloria di angeli e di serafini, è questa la scena rappresentata nella lunetta attribuita a Donatello ed esposta all’interno della Chiesa di Santa Flora e Lucilla. Tuttavia l’attribuzione dell’opera a Donatello è stata molto discussa dalla critica e unanimemente ritenuta parte di un tabernacolo composito uscito dalla bottega del maestro fiorentino, non si conosce però la collocazione originaria. Fino al 1923 l’opera,  originariamente di proprietà dell’Amministrazione Ospedaliera,  era murata sulla porta d’ingresso dell’Oratorio della Madonna delle Nevi, per poi essere trasferita nel 1926 nel vestibolo dell’Ospedale e successivamente venduto illegalmente nel mercato antiquario. 
Fu dunque incaricato Fulvio Corsini, scultore e docente presso l’Istituto di Belle Arti di Siena, ad  eseguirne una copia in marmo di Carrara da sostituire all’originale. L’originale però, a seguito delle indagini avviate dalla magistratura, fu rintracciata e restituita alla comunità torritese.

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