Fondata da Cluso, figlio di Tirreno, Chiusi era uno dei principali insediamenti della dodecapoli etrusca. Graziosa cittadina, le sue bellezze prin- cipali sono tuttavia nascoste a prima vista e l’esplorazione richiede un appassionante saliscendi: il sottosuolo è infatti ricco di cunicoli, pozzi, cisterne e cavità artificiali e il museo civico ‘La Città Sotterranea’ conduce il visitatore a scoprire l’unica esposizione in Italia interamente dedicata all’epigrafia funeraria etrusca – uno straordi- nario patrimonio di trecento urne e duecento tegole tombali iscritte – ed il “laghetto” di Fon- tebranda, bacino surgivo a trenta metri di profondità sotto alle sale del palazzo Bonci Casuccini. Si risale momentaneamente in superficie, visitando il museo della Cattedrale e Labirinto di Porsenna – che conserva testimonianze paleocristiane, medievali e moderne (il meritato prestigio è dovuto alla splendida collezione di codici miniati benedettini del Quattrocento) – per accedere al Labirinto di Porsenna, affascinante sistema idraulico sotterraneo di epoca etrusca. L’insolita struttura è legata alla figura del re (Lars) Porsenna che assediò Roma: due le versioni storiche giunte fino a noi, una tramanda il fallimento dell’impresa e l’altra il successo. Le suggestioni leggendarie di questi luoghi sono state alimentate anche dal racconto di Plinio il Vecchio (che scrive del “Labirinto Itali- co di Porsenna”). La descrizione del Labirinto ha poi continuato a ispirare architetti, eruditi e archeologi romantici nel corso dei secoli, dal Rinascimento al secolo d’oro dell’archeologia chiusina, l’Ottocento. Dal museo partono le visite alle catacombe di santa Mustiola e di santa Caterina (la prima è la più grande e conserva il sepolcro originario della patrona di Chiusi). Tornate all’aria aperta per proseguire la visita ammirando la Cattedrale di San Secondiano, i punti panoramici di piazza dell’Olivazzo, il prato e i giardini monumentali I Forti.
Ecco infine la frazione di Chiusi Scalo, andateci a scoprire un’altra curiosa tradizione locale. Tra l’ultima domenica di agosto e la prima di settembre si tiene la manifestazione “I Ruzzi della Conca”, nome legato a due espressioni linguistico-dialettali: la Conca è la valle dove è collocato il paese, il ruzzo indica invece il divertimento popolare alimentato dal gioco della “palla al bracciale” – sorta di versione ante litteram del tennis, di origine rinascimentale – cui si sfidano le cinque contrade. Creata nel 1981, la “giostra” chiusina è relativamente re- cente ma molto radicata e assistervi regala una full immersion nello spirito della Valdichiana Senese.
Il Museo Nazionale Etrusco, uno dei più prestigiosi d’Italia per la conoscenza di quella civiltà, esalta gli amanti d’arte antica. Conserva numerosi reperti di raro pregio di epoca villanoviana, etrusca, romana e longobarda spiccano il canopo di Dolciano (urna funeraria metallica antropomorfa con la testa in terracotta) e lo Skyphos di Penelope (vaso attico a figure rosse con scene dell’Odissea). Da qui partono anche le visite, da non perdere, alle quattro tombe etrusche: della Scimmia, della Pellegrina, del Leone e del Colle.
Sembra che Chiusi abbia dato i natali a Graziano da Chiusi, monaco e giurista italiano del XII secolo, fondatore del diritto canonico che probabilmente fu anche vescovo della cittadina.
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