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Le storie dei local ambassador: Ludovica Fales, Cetona

Una storia commovente quella che unisce Ludovica Fales a Cetona. Se alcuni legami nascono in modo spontaneo, altri vengono creati, come in questo caso.

“La persona che ha letteralmente creato il rapporto tra la mia famiglia e Cetona è stata mia nonna, la scrittrice Angela Bianchini, che qui ha deciso di acquistare una casa per via di una bella storia di umanità vissuta da sua mamma”.

Nel periodo della guerra, il 16 ottobre 1944, la bisnonna di Ludovica stava viaggiando su un treno da Roma verso la Toscana. La donna, ebrea italiana, era in fuga, e fu un ferroviere di Chiusi, tale Luigi Gori, ad accorgersi della sua situazione di difficoltà e con grande umanità decise di aiutarla. La ospitò quindi presso la sua abitazione nascondendola e facendo credere a tutti che fosse una zia arrivata da lontano. Nel frattempo, la figlia, Angela, era andata negli Stati Uniti.

Così, quando mia nonna riuscì a tornare dagli Stati Uniti, decise di cercare una casa in Valdichiana Senese, perché in quel territorio vicino a Chiusi, sua mamma era stata salvata durante la guerra. Pensava che qui ci fossero grandi persone, ripensando a quell’uomo sconosciuto totalmente disinteressato ma pieno di umanità che tese la mano ad una donna ospitandola a casa sua per mesi. Quindi quando fu il momento di cercare casa, la cercò proprio qui, senza esitazione”.

Angela Bianchini si mise alla ricerca di una casa in Valdichiana con l’amica Emma e insieme tutti i weekend andavano in giro per i paesi del territorio, fin quando un giorno videro un annuncio su un giornale: “Andarono a bussare alla porticina di una casetta in un vicolo a Cetona, che quando si spalancò, rivelò una casa in stile parigino ma con elementi di toscanità che le impressionò notevolmente: era la casa museo del pittore cetonese Lionello Balestrieri. Un luogo incantato dove si respirava un’atmosfera novecentesca, che dava le spalle al borgo e guardava la valle con il giardino pensile. Inutile dire che mia nonna se ne innamorò”.

Oggi la casa è una dimora storica poco ristrutturata, dove Angela ha trascorso molte estati della sua vita, e così anche Ludovica e suo padre recentemente scomparso, l’archeologo Mario Fales: “Cetona è il posto in cui in cui ci piacerebbe mantenere le radici. Questa casa è un po’ il luogo della meditazione, tutti siamo passati da qui. La mia è da sempre una famiglia intellettuale con un elemento internazionalista, tutte persone con un’educazione internazionale sia linguistica che culturale e infatti tutti si sono occupati tantissimo di interculturalità, una vocazione che abbiamo sempre avuta e che manteniamo”.

Ludovica è nata a Roma, cresciuta in parte a Verona, ha studiato tra Roma, Londra e Berlino, e oggi abita a Parigi, ma Cetona è sempre stato il luogo dove tornare: “Per me Cetona è il luogo in cui io sono totalmente in armonia con me stessa, e quella casa è magica, si è immersi nel paesaggio e allo stesso tempo si è nel borgo, una dimensione doppia che mi piace. E poi nel giardino, dove c’è un microclima magico con i suoi odori, suoni, profumi particolari, la vista è sensazionale con il Monte Cetona davanti. Provo un forte affetto nei confronti della natura, rapporto che ho sviluppato proprio a Cetona, perché da bambina qui stavo sempre nei campi con gli amici, ci arrampicavamo sugli alberi, andavamo a rubare la frutta, correvamo da una casa all’altra lasciando le porte aperte e poi facevamo grandi passeggiate. C’era una forte sensazione di stare in una dimensione collettiva. Per me Cetona è tutt’oggi così e la popolazione cetonese è per me una grande famiglia allargata”.

Ludovica è regista e docente universitaria tra Londra e Parigi, e nel paese della Valdichiana Senese ha creato un’associazione culturale, l’Associazione Casa Bianchini-Balestrieri, che unisce la storia di Lionello Balestrieri alla storia di Angela Bianchini con l’intento di continuare il lavoro culturale non solo privato ma anche aprirlo agli altri, alle persone che vogliono conoscere, scoprire e sperimentare, usando la casa come luogo di sperimentazione. Le è stato anche chiesto di collaborare alla realizzazione del Premio Maccari, che l’ha resa particolarmente orgogliosa: “Condividere con le persone di Cetona con cui da tempo dialogo, la mia visione del cinema, è stato importante. Poter parlare qui del mio lavoro è la realizzazione di un sogno ed è un grande privilegio. Mi piace questa dimensione di dialogo e spero che si espanda ancora, che possa essere sempre più inclusiva”.

Il luogo del cuore del local ambassador

Oltre al giardino della mia casa, che non è solamente mio, ma che è aperto a molte persone, luogo del cuore è il Belvedere della Rocca, da dove si gode di una vista splendida, perché sembra di essere al livello del Monte Cetona. La montagna mi piace perché ha una sua sinuosità nel profilo, con linee dolci e morbide, ma al contempo è solido e forte, come se fosse il punto di orientamento. Nella mia vita, quando ho avuto bisogno di un suggerimento su come procedere, sedersi di fronte al Monte Cetona, ha sempre rivelato una risposta. E poi mi piace la dimensione francescana della campagna intorno a Cetona, queste piccole chiese scarse con una religiosità molto semplice, mi ha sempre affascinato.

 

Ludovica Fales, regista, profondamente legata a Cetona da generazioni

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