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Le storie dei local ambassador: Fiorenza Aureggi, Cetona

La vita a Cetona come una fiaba

Amo profondamente Cetona, ho sempre voluto abitare qui, fin da bambina. È un luogo che esercita su di me un’attrazione molto forte, per questo a 30 anni ho lasciato Roma per venire qui e rifarei questa scelta altre mille volte senza pensarci! Cetona è casa e il mio animo romano si è ben conciliato con lo spirito cetonese”.

La voce di Fiorenza Aureggi mentre racconta la sua storia, quella della famiglia, e l’audace decisione di lasciare la città per abitare in campagna, è serena, sicura e piena di entusiasmo.

“Le mie origini sono cetonesi, sia la nonna materna che la bisnonna paterna erano di qui, per questo ho sempre sentito una sorta di richiamo alle radici. Entrambe andarono via, la prima si sposò a Firenze e l’altra a Roma, ma tutte e due conservarono le rispettive case di origine in paese, tanto che ogni anno con le proprie famiglie tornavano a Cetona per trascorrere le vacanze, ma in periodi diversi, fino a quando nel 1947 si incrociarono. Fu così che mio padre e mia madre allora ragazzini, trascorsero un’intera estate insieme, innamorandosi”.

Cetona come testimone silenzioso di un amore scoppiato tra due giovani che al termine delle vacanze continuarono a vedersi saltuariamente, poiché uno abitava a Roma e l’altra a Firenze: “La relazione a distanza è andata avanti fino a quando decisero di sposarsi e mia madre andò a vivere nella capitale. Cetona è sempre stata il punto focale di tutta la famiglia, il luogo in cui io e mio fratello siamo cresciuti e abbiamo trascorso le vacanze”.

Fiorenza ha vissuto nel paese della Valdichiana Senese il periodo degli anni ‘70 in cui molti personaggi famosi affollavano Piazza Garibaldi per il rinomato Festival del Cinema “Premio Rocca di Cetona”: “Sono stati momenti meravigliosi, ricordo la “caccia” a Giuliano Gemma, Ottavia Piccolo e Massimo Ranieri e ad altri artisti ed attori. Ho ancora tutti i diari in cui annotavo quello che succedeva qui”.

Fiorenza dice che è come se ci fosse una magia che unisce la sua famiglia a Cetona: da tre generazioni è tutto in armonia, nel corso degli anni le scelte sono state fatte sempre con grande naturalezza, come se ci fosse un filo conduttore di un destino che piano piano ha portato a prendere determinate strade, prima alle sue nonne, poi ai suoi genitori e infine a lei stessa: “Ho scelto di tornare nel luogo da cui mia nonna è stata costretta ad andare via a causa della povertà, quello stesso luogo in cui mio padre a metà anni ’70 ha acquistato una piccola azienda agricola, dove c’erano anche tre vacche di razza Chianina. Cetona è stato il punto di origine importante non solo per me ma per tutta la famiglia”.

Fiorenza, racconta con grande passione l’amore di suo padre nei confronti dei bovini di razza Chianina maestosa e gentile, tanto da mettere su un allevamento importante. Proprio per seguire l’azienda, e anche perché sentiva quel famoso richiamo delle radici, nell’88 si è trasferita definitivamente qui: “Andai a vivere in un casale in campagna, ogni mattina aprivo la finestra e vedevo le colline verdi, mi sembrava davvero di vivere una favola. Da allora molte cose sono cambiate, abito in centro storico e mi piace osservare i vicoli che raccontano le storie del passato e ripercorrere con la mente gli straordinari momenti qui vissuti, sempre con il grande amore per il territorio”.

Il posto del cuore di Fiorenza: il Monte Cetona

“Dalla montagna si può godere di un paesaggio incredibile, i boschi, la croce sulla vetta… e poi ricordo le storie che mi raccontavano i nonni sulla montagna, quando ci ripenso torno bambina, mi piace e mi riconforto”.

Il luogo che il local consiglia: la Galleria gli Archidoro, il Museo Civico per la Preistoria del Monte Cetona, il Parco Archeologico Naturalistico di Belverde, l’Eremo

“Sicuramente consiglierei la Galleria gli Archidoro, un percorso meraviglioso nel mondo del femminile che colpisce profondamente, attraverso l’arte di Fausta Ottolini e Tazio Angelini. Una esposizione fantastica, tanto che la prima volta che ci sono andata mi sono anche commossa, è un tesoro nascosto tutto da scoprire. Poi c’è il Museo in centro che è un vero fiore all’occhiello, i siti archeologici sul Monte Cetona e l’Eremo di Santa Maria in Belverde, dove ci sono splendidi dipinti di artisti che sostavano a Cetona per andare a dipingere il Duomo di Orvieto”.

Fiorenza Aureggi, romana di nascita, cetonese per scelta

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