'EXVALSE', 'Operazione/Progetto co-finanziato dal Por Fesr toscana 2021-2027'

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Le storie dei local ambassador: Bruno Rossi, Chiusi

La passione per l’olio e la sfida della qualità

La vita senza passione non esiste”. È con queste parole che Bruno Rossi racconta il filo conduttore della sua storia: un percorso fatto di scelte coraggiose, esperimenti e tanta dedizione. Proprio su questo si basa il nuovo ciclo di interviste ai Local Ambassador, custodi che reinterpretano il territorio con creatività, imprenditorialità e innovazione.

Con questa convinzione Bruno Rossi racconta la sua storia da produttore di olio extravergine di oliva: “Ho investito tutta la mia passione in questa attività, perché nella mia vita ho avuto la fortuna di poter scegliere di fare cose che mi piacciono, come l’allenatore di calcio. Anche in questo caso non mi sento mai solo, anche se spesso agisco da solitario: lo faccio per me e chi verrà vedrà”.
Venti anni fa Bruno ha comprato il suo primo appezzamento di terra, dopo quindici anni di sperimentazioni sul campo ha iniziato ad imbottigliare un olio proveniente da una cultivar particolare, la Minuta di Chiusi, unendo competenza, dedizione e tanta pazienza.

La scelta dell’olivo

“Quando ho iniziato il mio percorso come agricoltore avevo a disposizione anche un vigneto ma ho scelto l’olivo: la vigna mi piace molto, ma la considero più difficile da gestire. Con l’olio, invece, avevo già una professionalità e anche per tradizione familiare non ero all’oscuro, così ho deciso di partire dalle piante di olivo già esistenti e poi fare impianti nuovi, sbagliando e imparando nel tempo”.

La coltivazione lo ha portato a girare molti frantoi, per capire i processi di lavorazione e portandolo a valutare persino l’idea di costruirne uno proprio, progetto che però avrebbe richiesto troppe risorse.  
L’olio ha un potenziale enorme. È un prodotto delicato, la qualità infatti dipende dall’andamento della stagione, dalle pratiche in campo e soprattutto dalla tempestività: La sera stessa le casse devono arrivare al frantoio” racconta “perché ogni ora in più significa ossidazione e perdita di freschezza”.
In questo periodo dell’anno le sue giornate sono lunghe e faticose, fatte di file al frantoio e rientri a tarda sera, ma necessarie per ottenere un prodotto che rispetti gli standard a cui tiene.

Bruno è convinto che il frantoio sia l’ultimo passaggio fondamentale per l’olio, tanto quanto la coltivazione: la temperatura dell’acqua, la pulizia degli impianti, l’attenzione dell’uomo che lavora incidono in maniera decisiva sulla resa finale: “Chi lavora la terra lo fa tutto l’anno e io sono geloso delle cose che mi sono care”. Per questo, oltre a curare la campagna, sperimenta sempre nuove soluzioni, convinto che il vero valore stia nell’equilibrio tra tecnica, macchinari e sensibilità umana.

La forza della “minuta”

Il cuore dell’azienda agricola Bruno Rossi è la Minuta di Chiusi, cultivar secolare tipica di questo territorio: centinaia sono le piante monumentali che caratterizzano il panorama del bacino del Lago di Chiusi. “Minuta proprio come la mia azienda, per i numeri potrei quasi dire di essere un dilettante” dice Bruno, che conduce 4 ettari certificati e in conversione biologica, con l’obiettivo di diventare IAP e crescere gradualmente.

“La mosca è il nemico numero uno delle olive, ma alla minuta interessa poco, perché ha una drupa piccola. Il problema della minuta è che rende poco: un quintale di olive può dare solo 7 chili di olio, mentre altre varietà arrivano al doppio. Quindi in passato, e in particolare nel periodo del dopoguerra, la minuta è stata abbandonata in favore di cultivar più produttive". Però per Bruno il valore è lì: fare un prodotto diverso, autentico, che nasce dalla passione e dalla cura. Non a caso, nel 2023 ha scelto di non imbottigliare: “L’olio non era all’altezza di quello che i miei clienti si aspettano. Io non faccio trattamenti chimici e il tempo può giocare contro, ma preferisco rinunciare a un’annata piuttosto che abbassare la qualità.”

“Mi sto adoperando anche per migliorare la comunicazione: sto creando un sito, oltre alla brochure, perché io sono di un’altra epoca ma bisogna vivere nell’oggi. Non ho un’estensione pazzesca, ma voglio crescere lentamente, passo dopo passo, senza fare errori irreparabili. Il mio obiettivo è fare un buon prodotto, e farlo conoscere a quante più persone possibili”.

La Comunità Slow Food per la Valorizzazione dell'Olivo Minuta di Chiusi

Un aspetto fondamentale del lavoro di Bruno è la collaborazione. È membro attivo della Comunità Slow Food per la Valorizzazione dell’Olivo Minuta di Chiusi, una realtà che conta circa 20 membri tra produttori, ristoratori e commercianti che hanno deciso di impegnarsi a favore del mantenimento di una cultivar che rischia l’estinzione: la Minuta è una pianta secolare, dall’incredibile resilienza a patogeni e circostanze climatiche estreme, meritevole di tutela per le sue qualità organolettiche, oltre che per il suo radicamento nel territorio.

Sono  in particolare due le figure con le quali Bruno ha condiviso questo progetto: “Federico Massoli, Presidente della Comunità e responsabile commerciale dell’azienda Podere Ricavo, un punto di riferimento importante, da cui ho appreso molto e grazie al quale continuo a crescere sotto diversi aspetti. E poi Fabio Cenni, dell’azienda Colle Santa Mustiola, che con grande generosità ha contribuito al recupero della cultivar,  mettendo le basi per l’avvio del recupero della Minuta”.

Nei prossimi giorni inizierà la raccolta delle olive, il momento più importante per i produttori come Bruno che attendono un anno intero per vedere il risultato del loro lavoro. E poi assaggiarlo. Questo è il periodo migliore per programmare una visita alle aziende,ai frantoi di produzione per assaggiare l’olio novo e vivere un autentico momento di festa in Toscana.

Il luogo del cuore del Local Ambassador

Il mio posto del cuore nella Valdichiana Senese è senza dubbio Montefollonico, soprattutto nel periodo della raccolta delle olive: le colline sembrano brillare e non mi stanco mai di vederle.